Monsummano Terme in provincia di Pistoia Toscana
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Comune di Monsummano Terme

provincia di Pistoia

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MONSUMMANO T.

Il territorio del comune di Monsummano nella Valdinievole, si estende per kmq 32,77 in pianura e collina dal Monte Albano al padule di Fucecchio. Centro feudale, poi sede podestarile, ha raggiunto l'assetto attuale nel 1775 quando i due centri di Monsummano e Montevettolini, dette le "Due Terre di Val di Nievole", vennero riunite in una sola comunità. L'antico insediamento, il castello sorto sulla sommità del colle del quale restano oggi suggestivi ruderi, fu fino all'inizio del XII secolo feudo dei conti di Maona e possesso del vescovado lucchese; nel 1218 venne acquistato dal comune di Lucca e sotto tale dominio rimase fino al 1314 quando per breve tempo venne occupato da Firenze. Tornato sotto la signoria lucchese dopo la disfatta fiorentina alla battaglia di Montecatini, alla morte di Castruccio Castracani (1328) Monsummano, insieme agli altri castelli della Valdinievole, entrò nell'orbita dello Stato fiorentino che nel 1331 ne approvò gli statuti e vi inviò un podestà. Nel 1408 il comune è sottoposto alla podesteria di Montevettolini, mentre dal 1430 gli abitanti di queste terre dipendono dal podestà di Buggiano e così rimangono anche nello stato mediceo. Nella seconda metà del Cinquecento la vita dal castello si trasferì nel paese sorto alle pendici, ma il vero sviluppo del borgo, abitato da pastori e contadini ai margini del padule, avvenne nel Seicento intorno alla chiesa eretta a celebrare un fenomeno destinato a influire sull'attività economica del luogo: l'affiorare delle acque termali divenute assai note e frequentate nell'Ottocento. Durante la guerra di Liberazione, il 23 agosto 1944, nel padule di Fucecchio, a Cintolese, una frazione di Monsummano, fu compiuta dalle truppe tedesche una strage che causò più di duecento vittime. E luogo natale del poeta Giuseppe Giusti (1809-1850). La vita economica di Monsummano nel passato era legata all'agricoltura: le colture prevalenti (viti, olivi e alberi da frutto) si limitavano alla parte collinare del territorio, prima della bonifica della pianura che rese possibile la produzione di cereali, legumi, foraggi e la coltivazione del gelso; all'inizio del Novecento l'unica industria di rilievo era quella alimentare (conserve). Attualmente il quasi totale abbandono dell'attività agricola, che continua con le coltivazioni tradizionali di grano, viti e olivi e con gli allevamenti avicoli, è stato compensato a Monsummano dallo sviluppo dell'industria, che lo ha reso uno dei centri a più elevata concentrazione industriale della provincia: nell'industria delle calzature, dove sono presenti il lavoro a domicilio e l'artigianato, è occupata più di metà degli addetti provinciali, nonostante la crisi del settore; in regresso l'industria del legno, mentre appare con buone probabilità di sviluppo quella della carta. Anche nel settore alimentare Monsummano, con l'industria conserviera, si mantiene a un elevato livello di occupazione e di produzione. Un buon rilievo ha raggiunto da tempo nel settore del turismo come stazione idrotermale. La popolazione totale del territorio comunale raggiunge, nel 1991, le 18.228 unità con una densità di 556 abitanti per kmq. Per quanto riguarda le età precedenti, gli abitanti erano 419 nel 1551, saliti a 1.427 n 1745; la vera crescita però si ebbe nell'Ottocento: 4.940 abitanti nel 1830, 6.931 nel 1881 che nel 1936 erano divenuti 9.037; nel 1951 la popolazione totale era di 9.708 unità, nel 1961 con un forte incremento era di 11.636, nel 1971 di 14.495 e nel 1981 di 17.082.

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